Dal 14 agosto all’11 settembre un programma strordinariamente ricco di idee, progetti, protagonisti, studi, produzioni teatrali, cinematografiche , laboratori e mostre nonostante il grave taglio dei finanziamenti regionali.
Cosa possono fare i promotori di una iniziativa che esiste e resiste dal 1996 e che coinvolge decine di professionisti e allievi e centinaia di spettatori ogni anno da dieci anni se, invece di ricevere un crescente sostegno, devono affrontare una diminuzione del cinquanta per cento del finanziamento regionale?
Potrebbero scegliere di replicare per pochi giorni alcune produzioni autarchiche di poco costo e di molta resa contabile; o cancellare la residenzialità del progetto :quella che ha permesso a tanti artisti fra cui Ascanio Celestini, Barbara Nativi, Giuliano Scabia, Vinicio Capossela, Maria Paiato e a tanti ragazzi sardi di condividere esperienza, cultura, lavoro, quotidiano.
E perché non cancellare anche l’attività di formazione, quella che non fa ne borderà ne incassi contabilizzabili , quella che, come si dice oggi, non fa impresa ( perché il diktat di fondo non è fare cultura e crescita sociale ma, appunto “impresa”).
Si. Si potrebbe proprio cancellare quel percorso che ha portato tanti giovani allievi a crescere culturalmente e socialemente , a conforntarsi e, in molti casi, a lavorare in teatro con compagnie di livello nazionale o con gruppi nuovi fondati da loro stessi; cancellare proprio quel percorso di formazione e crescita che ha portato il gruppo di giovani ad essere fra i dodici finalisti a Santarcangelo del Premio Scenario 2005 (su più di quattrocenti progetti valutati nel territorio nazionale).
Ecco le scelte “forzate e innaturali” che Progetti Carpe Diem avrebbe potuto compiere snaturando dieci anni di lavoro, di impegno, di coerenza, di consapevolezza del valore non effimero del lavoro culturale compiuto.
Ma, come sempre, Aurora Aru, Anna Maria Loddo e Franco Marzocchi hanno investito personalmente e sono riusciti a progettare una importante decima edizione del Festival Cantiere. Non hanno investito, o fatto finta di investire, denaro ma, invece, hanno impegnato la lor credibilità, il valore del progetto, la stima ottenuta in questi anni, la fiducia di tanti e tanti teatranti, musicisti, artisti che ormai si sentono parte della comunità del Cantiere di Montevecchio.
Il Comune di Guspini ha, infine confermato verso il Cantiere la fiducia, l’adesione e il sostegno sostanziale in termini di spazi, risorse e collaborazione a tutto campo compiendo scelte progettuali e culturali forti .
E così ripartirà il 14 agosto, con un concerto nell’ultimo tratto della spioaggia di Scivu, quel Festival Cantiere che oltre ad essere uno de rari esempi di coerenza e continuità cullturale nel panorama teatrale della regione è una dimostrazione della capacità di esistere e resistere della cultura quando ha un forte valore sociale. Il programma delle prove in residenza, dei laboratori, degli spettacoli, degli studi, dei concerti e della mostre continuerà fino al 30 agosto mentre fino al 11 settembre Montevecchio sarà il set di un cortometraggio prodotto da Carpe Diem scritto e diretto da Mario Piredda ( film maker che ha documentato dettagliatamente le ultume edizioni della manifestazione ) e interpretato dagli allievi – apprendisti del Cantiere.
Anche quest’anno il programma propone una forte presenza femminile con, innanzitutto , un omaggio a Barbara Nativi, la regista scomparsa a Giugno che nell’edizione passata di Montevecchio ha provato il suo ultimo spettacolo e ha regalato al Cantiere, per venti giorni, la forza, la vitalitò, l’intelligenza e la sensibilità di una donna straordinaria. L’omaggio a Barbara vede la presentazione a Montevecchio il 18 e 19 di The movements of love e Caffè Sinai (due spettacoli realizzati da suoi allievi e collaboratori ) e, sabato 20, preceduta da un video che racconta il suo lavoro a Montevecchio e seguito da un concerto del compositore Marco Baraldi suo collaboratore di sempre , la rappresentazione di Non solo per me un testo da lei scritto e diretto e interpretato da Renata Palminiello ( strordinaria attrice negli spettacoli di Nativi cosi come , alcuni anni fa, protagonista di tutti gli ultimi lavori del grande Thierry Salmon ). Renata Palminiello condurrà a Montevecchio una settimana di laboratorio con gli allievi “anziani” del Cantiere.
Altre donne protagoniste al Festival Cantiere 2005 saranno Arianna Scommegna che darò vita, il 27 a La molli, spettacolo prodottto dall’A.T.I.R e Laboratorio Settimo con la regia di Gabriele Vacis e il 30 allo studio lettura di Cleopatras di Testori; Nuria Cabanas e Laura Pazzola, sempre il 27 con la conclusione dello spettacolo Uno storia da raccontare diretto da Franco Marzocchi e Simonetta Soro, il 28 con Scavi – storie di miniera.
Un’ altra costante del Festival è il ritorno di alcuni attori e artisti nelle diverse edizioni. E’ il caso di Marco Cavicchioli, che terrà un laboratorio per gli allievi giovani su Shakespeare e di Patrizio dell’Argine che presenterà il 25, con Laura Pazzola Outsider – Secondo studio uno spettacolo prodotto da Esecutivi e Laboratorio Nove.
E come l’anno scorso con le Assurd anche in questa edizione ci sarà un ensemble musicale di livello internazionale a fare da colonna sonoro lungo l’intero arco del festival. Si tratta del trio classico di Marco Amadei (pianoforte), Liliana Amadei (violino), Antonio Amadei(violoncello) che si esibiranno in diverse occasioni: il 14 con le suite di Bach a Scivu, il 15 con un programma di musiche di Beethoven e Dvorak al Pozzo Amsicora, il 20 nella serata dedica a Nativi con musiche di Baraldi .
Oltre al trio Amadei la parte musicale del Festival Cantiere vede la partecipazione di Helga Palnkesteiner Quartetto che il 25 a Guspini e il 26 a Montevecchio presenterà due concerti di musica jazz.
Ma la vera novità dell’edizione 2005 è quella di affidare agli allievi delle passate edizioni un ruolo da protagonisti e non più solo da partecipanti a eventi collettivi o dimostrazioni di lavoro. Una serie di spettacoli riuniti sotto il titolo “La stagione dei frutti” li vedrà finalmente come attori interpreti.
Il 23 agosto al teatro Murgia di Guspini saranno presentati lo studio La Parata , diretto da una presenza “storica” di Montevecchio : Elio Turno Arthemalle e interpretato da Andrea Floris (con Carpe Diem da quando a 13 anni parteicipò alla prima edizione del 1996 fino all’anno passato dove è stato protagonista alla Biennale di Venezia dello spettacolo diretto dalla Nativi ) e Nuria Cabanas. Nella stessa serata del 23 andrò in scena lo spettacolo finalista al premio Scenario 2005 Di maschile dolcezza con Cristian Delogu, Pietro Olla, Enrico Steri e Federico Saba ( quest’ultimo dopo Montevecchio debutterà, in uno spettacolo diretto da Veronica Cruciani, al Festival di Benevento e a Roma al Festival di Ascanio Celestini).
Ado Sanna, allievo fin dal 1997, presenterà assieme ai suoi compagni di lavoro, il 23, il 27 e il 28 le giocolerie del Vitamina Circo e ,come già detto, Laura Pazzola ( a Montevecchio dal ’99 ) e Nuria Cabanas (dall’edizione 2001) il loro Una storia da raccontare. Il lavoro presentato come studio di venti minuti nel 2004, torna nell’edizione definitiva quest’anno dopo un debutto al Teatro del Sale di Firenze dove ha registrato il tutto esaurito per due settimane.
Infine dopo il termine degli spettacoli e dei laboratori il Cantiere chiuderà il giorno 11 settembre al termine delle riprese di Il suono della miniera , un cortometraggio ispirato ai racconti di Iride Peis Concas scritto e diretto da Mario Piredda con l’interpretazione degli attori del Festival e i costumi di Marco Nateri . Il cortometraggio sarà prodotto da Progetti Carpe Diem con il contributo del Museo Etnografico di Nuoro. Mario Piredda, che ha documentato in video le ultime edizioni del festival presenterà il breve video Barbara a Montevecchio sulla presenza della nativi l’anno scorso.
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